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Per orientarsi nelle difficoltà legate all’essere donna oggi può essere utile ascoltare una conferenza, leggere un articolo, vedere un film, partecipare a un dibattito.

D: Chiusi in casa. Depressione da reclusione?

• 4 Aprile 2020 ,
Chiusi in casa
R:

Non tutti stanno peggio passando tutto il tempo chiusi in casa, ma la maggior parte della popolazione si. Anche senza l’obbligo di quarantena per essere stati a contatto con persone che hanno contratto il virus, siamo comunque tutti tenuti a stare chiusi in casa e uscire solo per le strette necessità di sopravvivenza.

Se possiamo dire che paura e preoccupazione per i contagi sono diffuse in modo abbastanza globale, dobbiamo fare delle distinzioni caso per caso su come venga invece vissuto il periodo della reclusione domestica obbligatoria.

Per quasi tutti rappresenta certo una limitazione. Ma fino a che punto essa è insopportabile, causa di ulteriore malessere o addirittura causa di depressione?

Per ciascuno di noi la vita ruota intorno ad alcuni punti importanti. Essi sono diversi per ognuno, anche se possiamo elencare gli ambiti più generali. Possono essere gli affetti familiari, la soddisfazione professionale o scolastica, le relazioni amicali, il rapporto con il partner. E la cosa più importante sono le passioni, quelle che ci danno lo sprint vitale: lo sport, il gioco, la musica, l’arte, i viaggi, gli animali, per ciascuno la sua.

L’isolamento sociale che la reclusione domestica comporta può avere una serie di implicazioni su questi ambiti, che sono quelli su cui fondiamo la soddisfazione che traiamo dalla vita e anche il senso che diamo a noi stessi.

Il nostro valore, la nostra impressione di cosa ci stiamo a fare nel mondo, di quale sia la nostra utilità per gli altri, di quanto contiamo per le persone che amiamo, dipende anche da quello che riusciamo concretamente a fare e dagli scambi che abbiamo con le persone. In questo momento non sono pochi a pensare di cambiare lavoro e progettare di dedicarsi alle professioni definite utili dai decreti per il coronavirus. E’ un momento in cui il senso della propria esistenza sfugge, i punti di riferimento che hanno orientato le aspirazioni e i comportamenti vengono meno.

Vediamo allora alcuni modi diversi di vivere la reclusione domestica.

1. Sto molto peggio di prima.

Nel periodo di segregazione è estremamente probabile che ci si senta catapultati in una realtà diversa, in cui tutto ciò che rappresentava la nostra normalità, la nostra quotidianità è stravolto.

Si può perdere il contatto con i propri familiari, amici, fidanzati, colleghi e sentirsi completamente sganciati dalle relazioni, a volte dimenticati, piccoli e lontani, insignificanti.

Ci si può sentire inutili nel mondo, poco produttivi, anche un peso, specialmente se non si sta lavorando o se non si può farlo. Ci si può sentire terrorizzati dalle notizie e non riuscire a intravedere una via d’uscita, la fine del periodo nero.

Si può cadere nella disperazione e vivere una sensazione di panico intermittente o costante, con una fortissima angoscia sul futuro e immaginando il peggio del peggio. In questi casi la persona si accorge di stare male, perché avverte i sintomi della propria sofferenza in modo evidente, solo che non sa come fare e come reagire.

Lasciarsi andare

In altri casi, invece, la sofferenza si può manifestare in una forma più subdola, più silenziosa: non c’è la disperazione, ma un’apatia completa.

La persona si abbandona a uno stato di noia, di sonnolenza, di mancanza di energie. Prendono il sopravvento  l’assenza di voglia di fare qualunque cosa, a volte anche l’ inappetenza, o il dolore fisico. Il mondo perde qualunque attrattiva e non si trova la spinta per fare nulla, se non per lasciarsi andare. Il giorno e la notte possono mischiarsi, può saltare una scansione del tempo, può venire meno la cura del corpo, la pulizia dell’abitazione in cui si vive.

Spesso c’è solo un’attesa rassegnata che le cose peggiorino o che miracolosamente accada qualcosa che risolva tutto.

Anche se le persone in fondo sanno di stare peggio di prima, non sempre la sensazione percepita è di sofferenza. Ci sono molte persone che avvertono dentro di sé un conforto nell’isolamento legittimato. Magari hanno sempre faticato ad avere relazioni e in questo momento possono evitarle per decreto presidenziale. Alcuni avvertono anche una sottile soddisfazione in questo lasciarsi andare e non riescono a fermarsi.

Il tempo infinito e il non senso

Bisogna tenere presente che le relazioni, il lavoro, l’uscire di casa, il praticare uno sport, eccetera, scandiscono il tempo, ci danno degli scopi, ci obbligano a mantenere dei ritmi e ci incanalano anche all’interno di alcune abitudini.

La quarantena interrompe tutto questo e può far perdere il senso del tempo, la cura di se stessi. Ci si può trovare a non sapere più cosa fare, a girare a vuoto e a non capire come mantenere alcuni punti fermi, per non cadere nella spirale in cui tutto perde di senso.

Vogliamo allora invitarti a leggere alcuni suggerimenti pratici su come affrontare queste giornate.

Se però dovessi accorgerti che questi consigli non sono sufficienti a darti sollievo o che non riesci a seguirli perché stai troppo male, non rimandare più e chiamaci: troveremo insieme il modo per risolvere le cose.

Hai invece l’impressione che questo descrizione non ti riguardi, perché tutto sommato stai vivendo abbastanza bene il periodo della quarantena? Ti consigliamo allora di approfondire il tema, leggendo un altro articolo.


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