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SOLITUDINE

La solitudine può diventare un’enorme fonte di sofferenza quando ci si sente isolate. Ciò accade quando non si riesce più ad avere una relazione autentica con gli altri. Quando non ci si sente a proprio agio con nessuno. Allora anche mentre si sta in mezzo agli altri ci si trova si a dialogare solo con se stesse, e così – pur soffrendo di questo – si tengono gli altri fuori dalla propria vita. Magari anche per la paura di non saper cosa dire o di fare brutta figura. Magari per paura di essere abbandonate, per proteggersi – più o meno consapevolmente – dal dolore di una separazione.

Eppure la solitudine è una condizione preliminare per avere una relazione autentica con gli altri. Per intrattenere una relazione profonda con qualcun altro bisogna prima stare bene con se stesse ed essere arrivate a vivere con serenità la solitudine. È la nostra esistenza umana che ci fa incontrare la solitudine. Scriveva Cesare Pavese “si nasce e si muore da soli”. I momenti fondamentali dell’esistenza si vivono da soli e non è un dramma, è una dimensione reale della vita, profonda e inevitabile.

Quando si sta male in solitudine vuol dire che non si è veramente sole, ma tormentate da una cattiva compagnia. In genere sono cattivi pensieri, cattivi fantasmi, cattivi sentimenti che si fanno avanti quando non c’è accanto nessuno.

Sonno disturbato, tristezza, ansia, senso di vuoto, iperattivismo sono i modi in cui si esprime il disagio della solitudine.

La terapia in Alia serve a condurre una donna a entrare in relazione con la parte oscura di se stessa per aiutarla a costruire una nuova solitudine, quella buona  a partire dalla quale può avere un incontro profondo e soddisfacente con gli altri.

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