Per orientarsi nelle difficoltà legate all’essere donna oggi può essere utile ascoltare una conferenza, leggere un articolo, vedere un film, partecipare a un dibattito.
Uno dei disagi che si è accentuato in questo periodo è quello del senso di solitudine.
Nell’isolamento forzato di questi mesi, molte hanno fatto esperienza di un primo momento in cui il senso di solitudine si è ridotto, grazie anche a una diffusa solidarietà tra isolati, che ha accompagnato la vicenda sociale.
Dopo le prime settimane, però, si sono acuiti diversi disagi, compresi quelli che inizialmente erano entrati in remissione. Uno di questi è proprio il senso di solitudine, che ora si ingrandisce.
Tollerare l’isolamento forzato è diventato ogni giorno più difficile . Si è cominciata a provare la paura di dover affrontare da sole la malattia o un ricovero. Ha cominciato a farsi strada la convinzione che terminata questa fase si sarà ancora più sole. Quando tutti erano chiusi in casa anche chi è solo si sentiva uguale agli altri dal momento che nenssuno poteva incontrare nessuno. Ora che le porte si riaprono si può desiderare uscire e incontrate gli altri, ma ci si accorge che, come prima, non ci sono affetti da incontrare e questo ora fa più male e stende un velo di tristezza e pessimismo sul futuro.
Queste sensazioni sono comuni a molte, ma quel che può rendere sintomatico il senso solitudine in questi giorni è il rapporto singolare e problematico che si aveva con la solitudine già prima della reclusione e che è diventato manifesto nelle condizioni impreviste dell’epidemia. Con l’epidemia e la reclusione sono venuti meno tutti i sistemi di sicurezza che nella vita normale ciascuna aveva messo in atto e che rendevano la propria vita tollerabile.
La fine della reclusioone e del pericolo di contagio può essere accompagnata dal desiderio di un nuovo inizio, di una vita diversa da prima ed è l’occasione per osare farlo.
sabato 8 ottobre 2022 ore 10.30-12.00 conferenza della dott. Francesca Senin
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